Categoria: Letteratura inglese

  • Richard Wright – The Man Who Went to Chicago

    La voce narrante è in prima persona, è un racconto autobiografico, infatti, compare anche il cognome Wright, l’autore è colui che narra ed usa lo stesso approccio usato nel primo racconto della raccolta “Eight Men”, l’unica differenza è che questo chiude la raccolta. Nella fiction, secondo Wright, autobiografia e arte coincidono e, attraverso le sue privazioni economiche e psicologiche che è riuscito ad interpretare nella scrittura, l’arte nasce dall’esperienza personale e collettiva. (altro…)

  • Richard Wright – Man of All Work

    È un racconto ironico e grottesco, all’inizio siamo in casa di Carl e Lucy, poi ci trasferiamo a casa dei datori di lavoro bianchi e poi nell’ultima parte si ritorna a casa di Carl e Lucy. L’oppressione economica è uguale all’oppressione sessuale. (altro…)

  • Richard Wright – The Man Who Killed a Shadow

    È un racconto molto presente nell’andamento che è soffocante perché è di impianto naturalistico, ci viene spiegato un omicidio con riferimento a come si è formato questo casa per condizionamenti economici e psicologici. Questo ragazzo nero è costretto a lavorare per vivere e ha perso il senso di identità, c’è una lenta deformazione della sua personalità perché vede un mondo popolato di ombre. (altro…)

  • Richard Wright – Man, God Ain’t Like That

    Scritto nel 1953, Wright sceglie la forma dialogica, molto leggera, e il tono dell’ironia e del sarcasmo. Il tema dello sfruttamento economico è marginale, i bianchi fanno lavorare un ragazzo nero, ma è un problema secondario, si affronta la difficoltà di un uomo colonizzato. I personaggi bianchi americani, dopo essere stati a Parigi per un breve periodo, si trasferiscono in Africa dove trovano la cultura Shanti. Una coppia in crisi senza figli è la protagonista, è un rapporto che mostra difficoltà, l’uomo è un artista in crisi, dipinge paesaggi ma la sua vena artistica è finita. (altro…)

  • Richard Wright – Big Black Good Man

    È l’ultimo racconto scritto da Richard Wright nel 1957. C’è un calo di tensione narrativa classico, è un racconto privo di storia, non c’è uno sviluppo, non c’è l’azione e quando c’è è ridotta ai minimi termini. Abbiamo i ricordi, le paure, i sogni, le reazioni psicologiche del protagonista; è un racconto molto insolito per un afro – americano perché sceglie un protagonista bianco, Olaf Jenson, un danese di 60 anni non particolarmente simpatico. (altro…)