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Letteratura inglese

Zora Neale Hurston

1934: primo romanzo “Jonas’ Gourd Vine”. Non ha un successo enorme.

Fino al 1935 è nota più che altro come scrittrice di racconti.

1935: “Mules and Men” libro in cui raccoglie i risultati delle sue ricerche antropologiche sui neri d’america. Ha un grande successo ma i critici di colore non la giudicano bene. Zola si pone dei problemi sul fatto di trasmettere il patrimonio folkloristico afro-americano con metodi scientifici e scrive un romanzo di un antropologo narratore che raccoglie informazioni e le espone.

1936: riceve un’altra borsa di studio per ricerche antropologiche nei Caraibi.

1938: pubblica “Tell my Course”, un’altra raccolta.

1937: pubblica “Their Eyes were watching God”, il suo romanzo più famoso, pur ricevendo critiche negative dai neri.

1938: inizia una collaborazione con Hughes con il quale scrive a quattro mani un pezzo di teatro che non verrà mai rappresentato se non che nel 1991 in quanto i due autori litigano a causa delle loro divergenze.

1939: insegna teatro a Durham (North Carolina) in un istituto per neri.

1939: pubblica “Moses Man of the Mountain” che lascia perplessi sia bianchi che neri. In questo romanzo tenta di raccontare l’esodo dei neri in termini biblici.

1942: pubblica “Seraph Suwannee”, romanzo in cui rompe la tradizione degli scrittori afro-americani di parlare solo di neri. In questo romanzo i personaggi sono tutti bianchi. Si difende dicendo di aver rotto una regola e viene attaccata dalla critica nera. Riceve dai bianchi un premio per l’avvicinamento tra le razze.

Negli anni ’50 riceve diversi premi letterari, sia dai bianchi che dai neri. Scrive anche saggi politici che le attirano attacchi dai nemici.

Nel 1948 viene arrestata per condotta immorale. Questo fatto la segnerà in modo definitivo e perderà la capacità di scrivere. Nel ’53 – ’54 ricomincia a scrivere ma le case editrici respingono i suoi scritti. Scrive una lettera ad un giornale locale pronunciandosi contro le desegragazione. Sostiene che i neri non hanno bisogno di essere desegragati in quanto le scuole per neri sono di ottimo livello.

Muore nel 1960 completamente dimenticata e senza essere più riuscita a scrivere. Nonostante questo i suoi libri non saranno mai dimenticati e diversi autori le dedicheranno romanzi e racconti.

Zora Neale Hurston: Racconti

Questi racconti sono stati raccolti per intero fino al 1995. Il desiderio di fuga dei personaggi è il motivo fondamentale dei racconti afro – americani. Le immagini naturali di animali, piante, alberi, cespugli, sono molto forti. Notiamo l’uso del “black vernacular”, il dialetto nero, in cui la “v” spesso è “b” e il “th” è “d”; al dialetto sono affidate le invenzioni linguistiche più forti. La comunità è chiusa e restrittiva.

John Redding goes to sea

Si usa il tempo presente per indicare una possibilità di John di raggiungere il mare, anche se lo raggiungerà, inaspettatamente, come cadavere.

Viene identificato subito the village, la comunità. La madre carnale detta le regole della vita, ma sono regole non reali (ad es.: incantesimi o spiriti). IL racconto parte identificando la diversità del protagonista dagli altri, legata alle sue facoltà immaginative e alla sua propensione al sognare. Sin da piccolo John vive sulle sponde di fiumi e laghi, sul confine tra acqua e terra.

I sogni di John bambino hanno la forma delle favole di tutti i bambini, lontani dal canone afro-americano. Il padre non ostacola John perché si identifica con i suoi sogni. Invece la madre, legata alla staticità dell’ambiente domestico, lo ostacolerà.

È importante la presenza della strada, descritta come bianca, brillante e lucente.

John ha la capacità di articolare il linguaggio, riuscendo a tradurre i sogni in parola, trasmettendoli al padre. Quando John non riesce a partire si identifica con il suolo e il padre gli risponde di avere lo stesso sentimento, pur non avendo la capacità di trasmetterlo, con le parole, agli altri.

Sweat

Il primo dei racconti (1926) di Hurston è diviso in tre sezioni e vi è nella prima il confronto tra i due personaggi principali. Nella seconda vi è una pausa e nell’ultima parte la situazione precipita nella tragedia.

Estate. Florida (Heatonville, anche se non è mai detto esplicitamente).

Anche se è domenica, giorno di festa, la protagonista lavora più duramente che negli altri giorni perché è una lavandaia che raccoglie il bucato dai bianchi e lo riconsegna il lunedì. Simbolicamente il bucato è bianco. Il bucato rappresenta per Delia qualcosa, mentre per il marito, Sykes, ha un significato completamente diverso.

Una frusta usata per condurre le mandrie è il primo simbolo che ci viene presentato, anticipando il serpente. Questa frusta viene gettata con disprezzo dal marito su Delia, pur sapendo che lei ha il terrore dei serpenti. Questo simbolo rappresenta il male ed il potere maschile (in questo contesto). Il marito disprezza anche il fanatismo religioso della moglie che lavora di domenica. Ma Delia rivendica il suo lavoro e si ribella dichiarandogli che il bucato dei bianchi che lui disprezza è quello che permette di mandare avanti la famiglia. In questo caso, essendo la donna a mantenere la famiglia, l’uomo perde il suo potere – dominio. Il marito le rinfaccia di essere una skinny woman (donna magra). In seguito sapremo che l’amante di Sykes è una donna formosa.

In una notte di veglia Delia traccia un resoconto della sua vita e veniamo a sapere che i suoi guai sono cominciati con il matrimonio quando Sykes ha cominciato a scappare ad Orlando ed ha perso il lavoro. Riflette anche sulle trasformazioni del suo corpo e sul fatto che non le rimane che la sua casa (che si era comprata con i risparmi). Delia pronuncia una frase ad alta voce che è un detto popolare corrispondente, più o meno, all’italiano “chi la fa l’aspetti” o “ chi semina vento raccoglie tempesta”.

La comunità d’uomini vede passare Delia e dal dialogo che ne scaturisce si capisce che si sa che Sykes tratta male sua moglie e la comunità condanna il marito. Si paragona la donna con la canna da zucchero per rappresentare la situazione di Delia. Arriva Sykes con la nuova donna Bertha.

Dopo tre mesi che Bertha è in città e che Delia continua a lavorare quest’ultima tenta un avvicinamento e si parla del caldo che fa impazzire uomini e animali. La prima svolta del racconto è quando Sykes mette un serpente in una scatola fuori della porta. Quando la comunità sa di questo serpente Sykes dice di poterlo controllare. Quando Delia chiede al marito di portare via il serpente il marito si rifiuta e nel confronto che ne segue Delia dichiara il suo odio, diventando esplicita nei confronti del marito. Gli dice che la prossima volta che oserà picchiarla lei lo denuncerà ad un tribunale bianco. Questa minaccia imprime una svolta, infatti, Sykes va via da casa e non torna più. Delia torna da messa e non trovando il marito pensa che la sua minaccia abbia avuto effetto.

Nell’ultima parte Delia entra in casa, vede la scatola vuota e non ci fa tanto caso, pensando che il marito abbia portato via il serpente. Accende un fiammifero (l’ultimo perché il marito non li aveva comprati). Mette a posto la sua roba (bucato) e rovesciando il cesto esce il serpente (messo lì dal marito) e lei rimane paralizzata dalla paura, poi esce e si chiude la porta alle spalle. Il serpente rimane nella stanza e va sul letto. Delia prende la lampada e va a dormire nel fienile. Mentre lei dorme il marito torna a casa. All’alba Delia vede Sykes distruggere la scatola. Lui entra in casa e Delia va verso la finestra per guardare dentro casa. Lei sente il rumore del serpente a sonagli. Lui, ubriaco, cerca un fiammifero ma non lo trova e al buio cerca il serpente, pensando che fosse sotto i fornelli. Sykes salta sul letto e viene morso. Delia da fuori sente i suoi lamenti e vede il marito che tenta di colpire il serpente. Contemporaneamente sorge il sole. Lui chiede aiuto a lei che rimane immobile dalla paura. L’ultimo confronto è un confronto di sguardi, d’occhi, che ci riporta al biblico “occhio per occhio”, la vendetta. Il marito muore cosciente del fatto che la moglie non lo ha aiutato.

The Gilded Six-bits

Pubblicato su una rivista bianca (“Story”) nel 1933 quando Hurston era già famosa e nel pieno della depressione americana. Ma il personaggio maschile ha un lavoro e una paga che gli permette di condurre una vita discreta. Il luogo, Heatonville, non è più quella mitica ma quella degli anni ’30; non c’è più la comunità ed i soliti luoghi d’incontro sociale. Tutta la comunità dipende da un’unica grossa fabbrica di fertilizzanti (potere dei bianchi).

È sabato ed è un giorno particolare perché è l’unico giorno in cui il marito di Missie May torna a casa ad un’ora decente. Lei vede arrivare lui mentre getta la paga sul pavimento. Questo è un rito che avviene ogni sabato insieme a vari giochi e divertimenti di coppia festosi. Segue una fase lunga in cui il marito propone un’uscita invece di passare il sabato sera a casa. Si parla d’Otis Slemmans, descritto come ricco, potente e associato alle donne bianche, sulle quali si diceva avesse particolare attrazione. Esce lo stereotipo dell’uomo nero superdotato che attrae le donne bianche. Ma Missie May non è attratta da Otis. Alla fine escono e tornano in quel locale diverse altri sabati.

Ma un giorno la fabbrica chiude e gli operai sono licenziati. Joe torna a casa prima e trova Missie May con Otis in atteggiamento esplicito. Joe insegue Otis e gli rimane in mano una moneta d’oro che era attaccata ad una catena. La catena rappresenta la schiavitù mentre la moneta d’oro, la ricchezza.

La moglie si giustifica dicendo che Otis è stato insistente promettendole dell’oro. La moneta che rimane a Joe rappresenta l’adulterio della moglie che si è venduta per denaro.

Un giorno la moglie ha il coraggio di prendere in mano la moneta e vede che non è oro ma è placcata. Quindi Otis è un falso.

Più avanti nasce un figlio, il che dimostra il superamento dell’astio. Ironicamente il racconto finisce con la dichiarazione della suocera, che dell’adulterio non sapeva nulla, la quale dice che il figlio assomiglia a Joe, che tira un sospiro di sollievo.

Drenched in light

Questo racconto ha risvolti autobiografici di Z. N. Hurston; si basa sulla struttura della favola, alcuni critici hanno trovato la struttura della “folk – tale”, dove il padrone bianco oppressore viene sconfitto dall’eroe nero oppresso e quindi si ha un’inversione di ruoli evidente; altri critici hanno visto come schema possibile quello della “fairy – tale”, dove c’è la fanciulla nera innocente Isis, la matrigna cattiva ( questo caso la nonna), ed il principe che salva la fanciulla dalla matrigna, impersonata dalla donna bianca ricca. Nella prima parte si delinea il conflitto tra nonna e nipote e si svolge all’esterno della casa, nella seconda parte Isis è costretta dalla nonna a stare in casa, seduta. Poi c’è la scena ironico – tragica della rasatura della barba e dei baffi della nonna da parte di Isis che sta applicando le regole che la nonna le ha insegnato.

Più avanti Isis sente la musica, corre al villaggio e danza per il pubblico, poi passa dal fiume e tenta il suicidio, trattato in modo ironico perché poi, attirata da ciò che la circonda, non pensa più al suicidio e rivede la ricca donna bianca incontrata al villaggio con la quale partirà.

L’apertura di questo racconto ci descrive Isis che fissa l’orizzonte e guarda questa strada bianca e luminosa. I primi atti sono atti individualistici di ribellione, quando Isis viene sgridata dalla nonna non le risponde male a parole ma usa il corpo, scrollando le spalle. La natura ci viene descritta dalle immagini di Isis che gioca con i cagnolini o che va a cavallo. Inoltre Isis frequenta dei personaggi bianchi, ad esempio i bovari, dai quali è molto ben voluta; la stranezza di questo rapporto non ci viene narrata dalla voce narrante perché per Zora Neale Hurston è una cosa normale. Anche Isis, come John, ha la capacità di sognare, è coinvolte da questa vita di sogni, però, a differenza di John che trasmette i suoi sogni agli altri con le parole, Isis non parla con la nonna e in pubblico si esprime attraverso il corpo con il movimento delle mani e dei piedi. Il testo sottolinea la naturalità della danza della fanciulla che è attirata dalla musica in modo istintivo, infatti alla festa del villaggio Isis diventa l’attrazione principale per le sue danza. La danza è uno stato estetico creativo istintuale ed una corrispondenza magica tra la fanciulla ed il pubblico intorno a lei. Isis si avvolge nella tovaglia rosa della nonna usandola come scialle perché è in grado di scoprire il simbolo degli oggetti comuni. Il punto principale è i rapporto della fanciulla con la donna bianca che svolge il ruolo di principe che salva la principessa indifesa ed innocente. La donna bianca rappresenta il denaro e la mancanza di felicità, probabilmente a causa del merito e del fatto che non hanno figli, non è felice perché le manca ciò che rende realizzata la vita di una donna.

Il marito acidamente le dice che è lei ad essere stata adottata dalla bambina, si ha una inversione di ruoli. Secondo i neri, i bianchi rappresentano la mancanza di emotività e di fertilità, essi trovano le emozioni sfruttando le qualità di fantasia ed immaginazione che hanno i neri, più spontanei rispetto a loro. È con la descrizione della ricca donna bianca che Zora introduce il discorso della povertà di emotività dei bianchi. Abbiamo la descrizione di una comunità agricola. Nel momento in cui Isis sente la musica e corre verso il villaggio, si affronta la capacità artistica di Isis, la quale ha un fratello che, dopo aver rasato la nonna, può andare a pescare, mentre lei dovrebbe rimanere confinata in casa. Un elemento importante è il fatto che la donna bianca cela la sua gioia con un fazzoletto di fronte alla scena di danza di Isis. Altro elemento importante è quello che la donna bianca compra letteralmente Isis perché la nonna è ben contenta di vendere la nipote. Tra le due c’è un dialogo molto strano, la nonna autoritaria, di fronte alla donna bianca, diventa servile e accondiscende. La nonna vuole punire la nipote perché le ha rovinato la tovaglia nuova e cedere alla donna bianca un dollaro; in realtà ne riceverà cinque. È un finale imprevedibile, Isis si allontana in modo ambiguo sulla macchina della donna bianca, la quale riceve calore umano dall’abbraccio di Isis.

Hurston viene accusata di usare la sua scrittura per presentare gli afro americani nelle vesti di intrattenitori per i bianchi, come se non soffrissero mai.

Spunk

Racconto pubblicato nel 1925, il cui titolo indica un elemento di vitalità, di coraggio e di spirito di resistenza. Il racconto si apre con un clima scherzoso e divertente, ci sono persone che si prendono in giro tra di loro in una comunità ristretta. Poi diventa tragico, ma alla fine il racconto cambia e torna di nuovo alla comunità giocosa e piena di “spunk”. Quando muore Spunk c’è tragedia, alla veglia funebre il dolore dura poco perché prevale di nuovo l’allegria. Nella struttura narrativa ci sono tre livelli di racconto che si incrociano:

  • voce narrante tranquilla che interviene e commenta, ma si sente poco
  • azione che si svolge senza l’intervento della voce narrante
  • personaggi che raccontano la storia commentandola.

Ogni tanto ci sono dei vuoti temporali. Si usano le credenze e gli elementi folklorici, ci sono incantesimi e scherzi dei morti, le case vanno in rovina, si tratta di una specie di narrazione gotica.

Nella comunità ci sono degli elementi comuni tra tutti i personaggi come la cultura. Il commento che ci viene dato delle azioni è anche informazione per il lettore. Ci sono stereotipi razziali negativi; infatti, i neri vengono rappresentati rissosi che vanno in giro sventolando rasoi e pistole, azioni di cui i bianchi accusavano i neri. Il protagonista è in qualche modo un eroe nero, è generoso e potente, la passione tra i due personaggi è rappresentata positivamente. Gli altri personaggi non sono mai schierati ne da una parte ne dall’altra. Questo amore tra i personaggi comincia ad essere rappresentato nel racconto, i personaggi sono presi dalle passioni e dall’amore. C’è l’elemento del piacere del racconto e l’utilizzo di modi di dire inusuali. pag. 28 Il marito tradito è un nero talmente chiaro che è quasi rosa e fugge, così è visto come un codardo. pag. 31 Si utilizza un linguaggio molto alto ed elevato, abbiamo due piani di linguaggio contigui ma distanti: il dialetto nero ed il linguaggio elevato. Spunk è esposto con il volto verso est. Il racconto si chiude con una scena di comunità intorno al cadavere di Spunk, troviamo dettagli reali per la veglia funebre, ma c’è di nuovo un cambiamento di tono; infatti, il ritmo musicale dell’ultima frase ha un tono di sfida giocosa che aveva rappresentato tutta la prima parte del racconto. Comunque notiamo sempre la presenza di una comunità.

Magnolia Flower

Hurston è a New York ma ha scritto quest’insolito racconto nel luglio 1925. IL nome del personaggio principale femminile, Magnolia, è un fiore bianco, simbolo del Sud, ma anche del pallore, del candore e della femminilità dalla protagonista. Troviamo una varietà di stili e una diversità data dalla cornice, è un racconto circoscritto da un espediente retorico, il fiume parla al ruscello narrando la storia dell’America, abbiamo elementi naturali personificati. Le voci naturali raccontano le vicende umane; quello di far parlare la natura, che non tiene conto del tempo che passa, è un espediente letterario molto vecchio. Il fiume racconta la storia della schiavitù in termini insoliti, mitici e primitivi; non è un racconto inserito nel tempo.

Pag 35 La guerra civile è raccontata in termini di leggenda, il sangue del sud si mischia con quello del nord. Segue il periodo della ricostruzione, in questo fluire degli eventi s’isola la storia di questo personaggio prima schiavo, poi ex-schiavo, che riesce a sfuggire alla schiavitù. Con l’inizio della narrazione del fiume, Hurston sta ripresentando dei concetti chiari, la schiavitù c’è stata, però non tutti si limitano a piangere e a lamentarsi, certi riuscivano a scappare. La schiavitù era una zona intermedia del sud, gli schiavi potevano sfuggire nei tenitori liberi o molto a nord o molto a sud. Questa è la storia che circonda la storia individuale dei protagonisti del racconto. L’ex-schiavo Bentley riproduce i modelli della schiavitù, diventando proprietario di schiavi e un tiranno a sua volta e inoltre diventa preda dell’odio razziale, odia l’uomo bianco ed i neri più chiari perché hanno origini bianche. Bentley odia tutti quelli che gli ricordano la sua schiavitù, i suoi schiavi devono essere o molto neri o Cherokee. Ad un certo punto nel villaggio arriva un nero dalla pelle molto chiara del quale s’innamora la figlia di Bentley, Magnolia. Così finiamo in una favola di tipo classico, la ragazza è ostacolata dal padre che non vuole che i due si amino, ma si ribella, incute negli altri timori superstiziosi, usa i suoi poteri, libera il suo innamorato e fuggono insieme. La cornice è l’allontanamento dalla realtà storica letta in termini di leggenda e di mito.

Pag 39 Si parla del periodo storico di ricostruzione in cui gli schiavi liberati si emancipano, è un periodo che fallisce perché Bentley non riesce a superare l’odio razziale, il sud ricade nelle mani dei bianchi, così i neri non possono essere davvero liberi. IL periodo di ricostruzione è descritto dalla casa costruita da Bentley che va in rovina. È un racconto molto strano dal punto di vista ideologico e politico, non sono accusati i bianchi, la responsabilità dei fallimenti è data ai neri.

Il racconto si chiude con il ritorno dei due innamorati, ormai vecchi, al fiume che li riconosce; i due si prendono cura amorevolmente l’uno dell’altra. Alla fine c’è il ricongiungimento al fiume, all’elemento dell’acqua e alle radici dell’albero, alle loro origini.

Muttsy

Pubblicato nel 1926, questo racconto rappresenta Harem (però dopo questo racconto Hurston torna all’ambientazione rurale) attraverso due personaggi, quello maschile, Muttsy, che è un pianista, una figura classica di gangster di Harlem e uomo importante nella società, e quello femminile di Pinkie, una ragazza di campagna capitata a New York dove suona Muttsy. Pinkie è una nera dalla pelle chiara perché simboleggia l’innocenza e la mancanza d’esperienza. È una situazione complicata, la ragazza deve cercare ricovero in un luogo sicuro ma finisce in un bordello. Già nella letteratura latina Plauto usava questo luogo letterario tipico; troviamo riferimenti evidenti della voce narrante alla favola e alla leggenda. Favola: Pinkie è paragonata a Cappuccetto Rosso e New York e Muttsy rappresentano il lupo. Leggenda classica: amore – psiche; Muttsy guarda Pinkie mentre dorme sotto la luce di una lampada. Nell’Harlem centrale degli anni ’20 si canta, si balla e si beve, per i neri è un luogo dove si produce e si vende alcol clandestino anche se nel 1926 vigeva il proibizionismo. Abbiamo la rappresentazione di una danza disinibita ed i personaggi sono tutti afro – americani, si fa un riferimento ironico ai bianchi per il modo in cui Muttsy corteggia Pinkie volendo imitare i bianchi. È un racconto con richiami autobiografici perché parla d’Eatonville, luogo di cui Hurston si è trasferita per andare a New York. Pinkie prima è rappresentata dagli altri personaggi, poi lei arriva sulla scena. Abbiamo un confronto comico tra Pa Turner e Pinkie, egli, infatti, le da dei consigli pieni di doppi sensi credendo che lei volesse fare parte del bordello. Abbiamo poi le danze, le canzoni e le rivalità tra le donne di Harlem per conquistare Muttsy. Nella parte di corteggiamento che Muttsy fa nei confronti di Pinkie, c’è la scena in cui Muttsy la contempla mentre dorme alla luce della lampada. Ma Turner crede che loro abbiano dormito insieme. Il finale è ironico, comico: Muttsy per riconquistare Pinkie deve cambiare vita e intraprendere un lavoro onesto. Muttsy diventa leader dei portuali, però poi ricomincia a giocare ai dadi; ad un uomo non basta una moglie per cambiare vita. I neri sono rappresentati in maniera affettuosa in questa loro allegria, con un linguaggio innovativo i neri sono descritti tramite gli stereotipi razziali, secondo i quali devono, giocano d’azzardo e sono rissosi. I capelli di Pinkie sono lisci naturalmente, forse perché lei è mulatta, rigogliosi e pieni di vita.

Pag 44 La voce narrante sta intervenendo per chiarire a noi lettori ciò che Pa Turner ha detto a Pinkie. Pag 46 Pinkie non capisce ciò che gli abitanti di Harlem le dicono, perché ci sono due dialetti che s’incrociano: quello di Pinkie e di Pa Turner e lo slang di Harlem e di tutti i suoi abitanti. Pag 56 Commento della voce narrante per avvisarci sulle difficoltà e la ricchezza linguistica. Nel racconto s’inseriscono brani di blues. Pag 45 Hurston parla di un “very black man” che balla e canta come se non soffrisse e Muttsy è il personaggio più stereotipato. Pag 46 Qui i neri sono ritratti mentre “scuotono i fianchi” e “alzano gli occhi ruotandoli verso il cielo” durante le danze perché sono stereotipati. Troviamo la storia degli immigrati americani.

The Eatonville Anthology

Scritto nel novembre 1926. Hurston torna alla situazione a lei più adatta: la descrizione della comunità, del villaggio d’Eatonville, Florida. Il titolo riprende la letteratura bianca, infatti, ricorda “Spoon River Anthology” d’Edgar Lee Maiters, però nei racconti di Hurston è assente il tono d’elegia dei morti, di nostalgia e di ricordo. Zora ritorna a raccontare d’Eatonville per una tradizione letteraria che reagisce al modernismo imperante negli Stati Uniti, e perché vuole ritornare ai valori agricoli. Hurston segue le esigenze degli afro – americani ed, essendo una scrittrice del sud fa sue anche le esigenze dei bianchi. Negli elementi di rinascimento del sud è diffuso il ricorso alle piccole città ed alla campagna.

Questa antologia è composta di 14 frammenti che non sono collegati in modo evidente tra loro ma che in realtà lo sono ideologicamente. Non c’è una linea narrativa sicura, sono frammenti molto brevi in cui Hurston alterna il modo di scrivere classico, il folk, il grottesco, l’umoristico ed il tragico. I personaggi sono reali e abbastanza riconoscibili; i frammenti sono bozze di situazioni che ritroveremo in alcuni romanzi e nella sua autobiografia, in un frammento rappresenta sua zia cambiandole il nome, cosa che ha fatto oppure no per gli altri personaggi.

XIII – Pants and Cal’line

C’è un confronto tra marito e moglie che non è violento come nel racconto successivo. La moglie, Cal’line Potts, è una donna molto silenziosa che non reagisce e accetta la sua situazione ma poi si ribella al marito Mitchell. La comunità vede lo sviluppo della situazione che non è molto semplice, è una conclusione aperta perché Hurston utilizza una tecnica modernista. Mitchell esce da casa e subito dopo lo segue Cal’line con un’ascia in mano ed il popolo immagina cosa potrebbe succedere ma, avendo ruolo di coro, non interviene per cambiare la situazione, assiste e commenta. C’è un’atmosfera buia illuminata solo dalla luce di Clarke, il personaggio più importante del villaggio. Noi non sappiamo se Cal’line uccide oppure no Mitchell, siamo noi a decidere il finale.

XIV – frammento

L’ultimo frammento è il più importante perché ha la funzione di commento, i personaggi sono animali, Hurston attinge dal patrimonio folklorico degli afro – americani, è un richiamo letterario, secondo il quale si ricorre all’uso di un linguaggio figurato e di favole d’animali per raccontare la storia degli schiavi. Di solito il cane rappresenta il padrone bianco, il coniglio è una figura ingannatrice che media tra vari mondi e vince attraverso l’uso dell’intelligenza: può rappresentare sia bianchi sia neri. Il procione rappresenta il nero. Questo espediente era già stato usato da Joel Chandler Harris, un autore della Georgia che aveva pubblicato una raccolta nel 1881, “Unde Remus, his songs and his says”. Anche qui è una situazione amorosa in cui il confronto è molto leggero: Mr. Dog e Mr. Rabbit si contendono la mano di Miss Nancy Coon e la corteggiano. Rabbit prevale su dog grazie all’inganno, lei lo preferisce per la sua capacità di cantare. Il racconto si chiude come una favola ma con una descrizione vera dalla lingua del cane che gli da la possibilità di cantare.

I – The pleading woman

Abbiamo una situazione ripetitiva: Mrs Tony Roberts chiede continuamente l’elemosina nonostante abbia un marito che la mantiene come si deve. È una situazione comica e grottesca, questa donna chiede sostegno finanziario ai vicini ed ai negozianti, notiamo l’uso del vernacolo.

II – Turpentine love

Elementi grotteschi e tono leggero descrivono un amore fra due neri che va oltre la bruttezza della donna tramite un0ironia tipicamente nera. La donna è cieca e senza denti, ma Jim Merchant la sposa ugualmente.

III – frammento

Becky Moore è una donna con undici figli diversi che non hanno padre, il frammento si chiude con un commento ironico della voce narrante che però non condanna i costumi della donna, non è colpa sua se i suoi figli non hanno un padre.

IV – Tippy

Tippy è il cane della famiglia di Sykes Jones che sopravvive nonostante sia costretto a mangiare tutta la carne che ha rubato dalle cucine e per questo motivo tutti al villaggio vorrebbero che questo cane morisse.

V – The way of a man with a train

In tono comico la voce narrante di bambini e di giovani descrive Man Anderson, un uomo che non ha mai visto un treno; assistiamo al fallimento dell’uomo perché egli fugge per paura di vedere il treno, per questo motivo anche i bambini sono superiori a lui perché non hanno paura.

VI – Coon Taylor

Il termine “Coon” è uguale a “nigger” ed è usato dai bianchi come insulto razziale mentre qui ha un tono affettuoso. Il vizio di rubare di Coon Taylor finisce in tragedia, perché è costretto a mangiare tutto ciò che ha rubato e a lasciare la città per tre mesi.

VII – Village Fiction

Si basa sull’iperbole e sul gusto dell’esagerazione, qualità tipiche del racconto orale afro – americano, è una situazione completamente inventata riportata solo per il gusto di narrare.

VIII – frammento

Basato sull’invenzione linguistica. Jewell è un uomo che si sposta tanto spesso che i suoi polli appena lo vedono incrociano le zampe, pronti per essere portati via.

IX – frammento

Mrs Clarke è spesso picchiata dal marito Joe e allora si rifugia nella religione sentendo la mancanza del marito.

X – frammento

Mrs McDuffy ha la stessa situazione di Mrs Clarke e anche lei si rifugia nella religione, anche qui c’è un commento ironico.

XI – Double – Shuffle

È un frammento centrale, oltre a quello di chiusura (XIV), però è più sviluppato e più lungo e si avvicina al racconto in sé. Frammento in cui si rimpiangono i giorni irrimediabilmente perduti, le usanze semplici e naturali, tempo in cui non esistevano barriere razziali. È un gioco sui cambiamenti portati dalla guerra, si rimpiangono i giorni in cui tutta la comunità si riuniva per danzare in modo spontaneo. I vecchi ballavano fingendo di non ballare, non incrociando i piedi, mentre i giovani ballavano le danze più moderne. Anche qui c’è la presenza di stereotipi razziali con un richiamo ai bianchi ed alla loro incapacità di ballare. Volstead è ricollegato alla data 1919 quando s’incominciò a proibire l’alcol. Abbiamo un uso sperimentale del linguaggio ed una tecnica modernista in cui la narrazione è data per impressioni e suoni. Troviamo inoltre la rappresentazione della comunità d’Eatonville che è rimpianta perché non esiste più.

XII – The head of the nail

È una situazione comica, Daisy Taylor è costretto a sfruttare, poiché vamp, gli uomini sposati perché non ci sono scapoli, tranne due che però non nutrono interesse per lei. Troviamo descrizioni di situazioni in cui Daisy flirta con i mariti ed entra in conflitto con una delle mogli, Mrs Crooms che è sempre stata molto tranquilla ma decide di reagire. Daisy finisce nel fossato in modo comico, nessuno si muove per aiutarla, Elijah sembra volerla aiutare, ma poi la lascia lì, la comunità è feroce nei confronti di Daisy, le ha giocato uno scherzo crudele. Daisy all’inizio si arrotolava i capelli con i chiodi ed il racconto si chiude con la crudeltà del villaggio, una fine gotica e nera. Il commento è che lei è stata apprezzata probabilmente da un’altra comunità.

High John the Conquer

Ricorda Alessandro il conquistatore e William the Conquer, però High John non conquista beni materiali, ma spirituali. Il racconto è abbastanza insolito, ricorda un eroe nero, ricostruisce la storia di un eroe afro – americano ma che in una particolare circostanza può anche essere utile ai bianchi. È il periodo storico della Seconda Guerra Mondiale, troviamo un attacco ironico riferito dal popolo afro – americano al popolo bianco. Nel prologo c’è una dichiarazione politica, i neri sono cittadini come gli altri dal punto di vista politico; neri e bianchi sono accomunati come nazione. La guerra è indicata vagamente, si parla di una “terrible struggle”; la fine sarà un’esortazione alla battaglia. C’è una proposta politica e culturale molto esplicita: trovare un modo per sopravvivere perché l’America corre il pericolo dei nazisti. Si cerca di attingere le radici della nazione che sono bianche e nere. Abbiamo un riferimento ad una figura del folklore afro – americano, Tar Baby, che appartiene allo stesso ambito di Brother Dog e Brother Rabbit. Tar Baby è usato per alludere alle difficoltà della vita, infatti, è pericolosissimo perché essendo fatto di pece attira e si attacca. Brother Rabbit è una personificazione di High John per i bianchi, mentre per i neri lo è Tar Baby. Per costruire la figura mitica di High John egli è paragonato all’albatros (capacità di fare poesia), a Giasone (leggenda classica), a Re Artù e al Graal (leggenda medievale) e si fa riferimento spesso a Gesù Cristo (verbo che si incarna, camminare sulle acque) in quanto si tratta di uno spirito, di un’idea, come Gesù Cristo. High John scende sulla terra per insegnare ai suoi discepoli la capacità di sopportare la schiavitù che non li deve piegare, la capacità di vivere e di cantare. Il popolo afro – americano non possiede valori materiali o ricchezze, il solo poter sopravvivere alla schiavitù è già stata una conquista morale.

La prima sezione ci ricorda che John è venuto dall’Africa e si fa riferimento al Middle Passage dall’Africa all’America, ricordiamo che l’intero passaggio degli schiavi era costituito da tre fasi:

  • dall’Inghilterra all’Africa
  • dall’Africa all’America
  • dall’America all’Europa

John era presente fisicamente nelle piantagioni sotto forma di Rabbit. Nella seconda sezione si cambia modo di raccontare, si inizia con una forma alta di narrazione, poi prende la forma in prima persona narrativa, si tratta di un antropologo che racconta il modo di vivere degli afro – americani. Hurston si pone nella veste d’antropologa e racconta le leggende che ha scoperto da anziana donna afro – americana, secondo le quali John riesce a sconfiggere da schiavo in modo ironico il padrone bianco. Si racconta dei tempi in cui John viveva in casa del padrone bianco, il quale amava la carne di maiale ma non ne dava ai suoi schiavi; così John rubava i maiali e quando il padrone se ne accorge e va nella capanna di John, nella quale si trova un animale sul fuoco. John afferma che sta cuocendo un opossum perché ha paura che il padrone voglia verificare assaggiando la carne; egli non può più mentire ma c’è il lieto fine: la sua risposta lo ha salvato.

Nella terza sezione notiamo l’uso dell’iperbole. John ha deciso di liberare gli schiavi conducendoli in una spedizione per trovare la musica, per attingere al loro patrimonio gli schiavi devono ricordarsi le loro tradizioni, e li esorta a non raccontare niente al padrone bianco.

Nella quarta sezione gli schiavi sono liberati con la guerra civile, non c’è più bisogno di High John, ma egli sa che potrebbe tornare ad essere utile per la Seconda Guerra Mondiale.

Black Death

Pubblicato nella raccolta degli anni ’90, si tratta di un racconto di leggende sulle quali Hurston è tornata spesso. Utilizza la forma classica della fiction, fa riferimento a tutte le credenze sulla magia nera, ad incantesimi e a morti procurate a distanza. In questo racconto l’autrice affronta la differenze tra bianchi e neri, infatti, i bianchi deridono le credenze dei neri. Zora non sta trattando i neri da superstiziosi ed i bianchi da increduli, ma pronuncia in discorso sul fatto che bisogna avere valori spirituali. Si fa riferimento alla comunità agricola d’Eatonville, nella quale i neri conoscono qualcosa che i bianchi non hanno la capacità di conoscere. C’è un terreno di valori spirituali che i bianchi nel loro materialismo non sono il gradi di capire. La causa delle morti improvvise non è mai naturale, ma è portata da questa magia nera. La morte di una “stregona”, secondo l’investigatore bianco è dovuta ad un attacco epilettico, perché i bianchi si fermano davanti all’apparenza, mentre i neri capiscono che c’è qualcosa oltre l’apparenza. C’è un contrasto tra la razionalità dei bianchi e la capacità di sentire dei neri. Il racconto si chiude con un commento da favola. Hurston ci presenta il protagonista che è molto nero, Old Man Morgan, in grado di esercitare la magia nera. Il popolo afro – americano è accusato dai bianchi per le sue credenze. Egli vive da solo in una capanna ed è in grado di impartire la morte a distanza. Il racconto è narrato al tempo presente, affronta fatti contemporanei, reali, condivisi dalla comunità afro – americana. Il racconto si centra sul capolavoro di magia nera d’Old Man Morgan che si basa sulla sconfitta e l’uccisione di Beau Diddley, un uomo che ha sedotto ed illuso Docia Boger, una cameriera. La sua morte non è trattata con toni tragici perché anzi si usano termini ridicoli, ironici e comici. Docia voleva sposare Beau ma lui, non volendo, la insulta affermando che è una ragazza di facili costumi e così, con un espediente letterario classico, a furia di piangere il suo cuore di indurisce e diventa una tigre femmina, riferimento alla natura africana. La madre decide di chiedere aiuto ad Old Man Morgan; troviamo un cammino notturno e la presenza della tradizione afro – americana, tutta l’Africa si risveglia nel sangue di questa donna. Quando va nella capanna d’Old Man Morgan il linguaggio è associato a capacità razionali. La madre di Docia guarda nello specchio d’Old Man Morgan, vede l’uomo che sta prendendo in giro sua figlia, Beau Diddley, e sparando allo specchio uccide l’uomo. Quando l’uomo viene trovato morto sono tutti stupiti. Si fa riferimento alla divisione tra bianchi, che si fermano alle apparenze e a ciò che capiscono, ed i neri, cha vanno al di là delle apparenze e di ciò che sanno e capiscono; c’è separazione tra credenze nere e bianche. La madre di Docia non può chiedere giustizia ai bianchi e così è costretta a ricorrere alla magia nera per salvare la figlia. Questo è un racconto abbastanza strano in cui si alternano toni comici a fatti tragici.

The Bone of Contention

Scritto in collaborazione con uno scrittore.

Parla di un mulo molto cattivo di Eatonville, la sua morte viene trattata con toni comici, la sua carcassa viene portata ai bordi della comunità e diventa un mucchio di ossa bianche. Si racconta un episodio in qualche modo collegato alle ossa del mulo: Jim Weston si lamenta perché è stato colpito in testa da un rivale con queste ossa, così comincia un processo farsa cui partecipa tutta la comunità di Eatonville. Si parla della capacità di resurrezione del mulo, personaggio folklorico che ha la sua capacità di resistenza e di sopravvivenza. Questo mulo ha della qualità negative collegate alla capacità di resistenza e di combattimento, è un mulo vecchio, magrissimo e cattivo. È un mulo che viene definito per la sua malvagità in termini maestosi, quando muore e si fa il funerale viene paragonato ad un gladiatore portato nell’arena. Nella prima sezione il mulo si trasforma in ossa e rimane come patrimonio comune del villaggio di Eatonville nelle canzoni e nei racconti del popolo afro – americano. Nella seconda sezione è notte e nel villaggio tutti gli abitanti sono riuniti. Abbiamo un personaggio completamente nuovo, il reverendo Simms, un metodista con l’ambizione di occupare il posto di Joe Clarke, il sindaco di Eatonville. Simms rappresenta il nuovo perché è stato in città e accusa il sindaco di non saper amministrare Eatonville; Clarke rappresenta il vecchio e sa amministrare il villaggio perché conosce i suoi concittadini. Poi c’è la scontro tra Jim Weston e il suo rivale che lo ha colpito in testa con le ossa del mulo perché gli aveva rubato un tacchino; Jim chiede giustizia al sindaco. Nella terza sezione c’è il processo in cui i battisti si scontrano con i metodisti, il vecchio ordine battista prevale sul nuovo metodista. Il racconto si basa sulle ossa del mulo che sono viste come un’arma da Simms, in realtà non lo sono. L’asino è cattivo ed è progenitore del mulo che è di conseguenza cattivo. Il racconto si conclude con un riferimento alla vita che continua dopo la morte; il mulo è morto da tre anni ma continua ad essere importante anche se ha violato le leggi.

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