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Integrazione europea

Storia ed Educazione all’Integrazione Europea

Docente: Degli Abbati

mercoledì 22 novembre 2000

All’inizio degli anni ’50 con il trattato di Parigi vi fu il primo tentativo di organizzazione sopranazionale (CECA) di tipo federale.

Precedentemente si ebbero:

  • 17/03/1948: Unione europea occidentale, organizzazione di tipo militare
  • 16/04/1948: OECE, organizzazione economica
  • 05/05/1949: Consiglio d’Europa di Strasburgo, organizzazione politica

Queste organizzazioni erano di tipo classico e gli stati non perdevano neanche in parte la loro sovranità.

Nel 1951 nasce quindi la CECA, dalla collaborazione tra De Gasperi, Hadenauer, Bech (Belgio) ed i francesi Monnai e Schuman, che misero in comune le risorse del carbone e dell’acciaio, anche per evitare l’avvenire di un altro conflitto bellico intestino.

Nella CECA l’Alta Autorità era l’organo di decisione legislativa ed era l’organo più indipendente. Anche se il trasferimento di potere era stato profondo ci si rese conto che era limitativo e doveva essere trasferito anche a campi più ampi, non solo al carbone e all’acciaio. Così nel ’54 nasce la CED, Comunità Europea di Difesa, che era un’organizzazione militare. Ma questo trattato non è mai stato ratificato dalla Francia e l’idea non ha mai avuto un’applicazione. Il CED avrebbe consentito, 50 anni fa, un’integrazione molto maggiore di quella attuale.

Nella CECA il consiglio dei ministri e l’assemblea parlamentare avevano un ruolo puramente di consulto, mentre l’Alta Autorità aveva pieni poteri. Nel convegno di Messina (1 e 2 giugno 1955) si riuniscono i ministri europei della CECA e si decide di dare vita alla CEE e all’EURATOM (CEEA). Il ministro belga dirige i lavori di un gruppo di esperti per creare un progetto per i due neonati trattati. Nel 1956 viene presentato a Venezia il trattato definitivo. Il 25/03/1957 a Roma vengono firmati i trattati istitutivi della CEE e della CEEA.

Il primo prevedeva l’istituzione di una comunità che era come la CECA ma estendeva le competenze a tutte le attività economiche. Col secondo trattato si prevedeva la messa in comune delle attività nucleari. Ma con l’avvento del governo Gaullista tramonta l’idea di un’Europa indipendente dal punto di vista dell’energia atomica. Così l’EURATOM perde la sua importanza iniziale e avrà solo piccole applicazioni.

giovedì 23 novembre 2000

Il trattato CEE sarà ratificato ma con basi diverse rispetto alla CECA, a causa dell’opposizione francese sul trattato CEEA, che influenzerà l’azione degli altri stati.

Col trattato di Roma si estendono le attribuzioni del trattato CECA e si decide che le istituzioni europee avranno competenza ampia sulla vita economica degli stati membri.

Le istituzioni CEE che vengono “create” sono:

  • La commissione della CEE sostituisce l’Alta Autorità, ma è dotata di poteri meno importanti e non ha potere legislativo (motor and promoter), solo propositivo.
  • Il consiglio dei ministri è il nuovo organo legiferante, che emana regolamenti, direttive o decisioni.

Il parlamento europeo ha un compito puramente consultivo.

Il trattato di Roma individua come obiettivo l’integrazione economica, destinata a diventare anche politica. Il meccanismo motore è l’istituzione di un mercato comune avente le caratteristiche di un mercato interno, basato sulla libertà di circolazione di beni, persone, servizi e capitali. Nel breve termine si vuole creare un’unione doganale, nel lungo termine si vuole raggiungere un’unione economica.

Martedì 12 dicembre 2000

Il trattato CEE aveva due obiettivi:

  • a breve termine, l’unione doganale
  • a lungo termine, l’unione politico – economica.

Nel 1960 nasce l’AELE, contromossa Britannica alla CEE, che è un’area di libero scambio (detta anche EFTA). Alcuni paesi dell’EFTA a poco a poco sono entrati nella CEE, ora rimangono: Svizzera, Norvegia, Lichtenstein, Islanda. L’importanza dell’EFTA è minima. L’obiettivo è semplicemente l’eliminazione dei dazi sugli scambi commerciali tra i paesi aderenti. Ma nei rapporti con i paesi extra – EFTA ognuno mantiene la propria politica.

Lo scopo della CEE, oltre all’eliminazione dei dazi, è anche quello di organizzare una politica economica comune agli stati membri (tariffa doganale esterna comune).

In seguito alle pressioni USA, e per non sembrare un sistema chiuso al resto del mondo, i dazi operati negli scambi con i paesi extraeuropei furono ridotti ulteriormente. Già nel ’68 l’unione doganale era una realtà, con due anni di anticipo sul termine previsto di 12 anni a partire dal 1958.

L’obiettivo ambizioso era però l’unione economica, che più avanti si trasformerà in politica. La creazione di un’unione economica è qualcosa di più di un’unione doganale. Vi è compresa una serie di politiche comuni che cessano di essere prerogativa degli stati sovrani partecipanti, diventando prerogativa delle nuove istituzioni previste dai trattati, nate proprio per occuparsi di questo.

Nelgi anni ’70 ci fu uno shock petrolifero, mentre entravano nella CEE la Gran Bretagna, l’Irlanda e la Danimarca. Acausa della depressione produttiva si ritornò a politiche nazionali, ostacolando (ma non impedendo) il commercio intracomunitario con intralci tecnico – amministrativi.

Mercoledì 13 dicembre 2000

Con l’ingresso nella CEE dei tre nuovi paesi si pone il problema Britannico, coincidente alla guerre in Medio Oriente e alla crisi petrolifera, che causò un grosso calo della produzione industriale di base. Così i capitali (a partire dagli anni ’70) si spostarono dall’industria di base ad altri settori economici: il terziario. Si tentò quindi di “rompere” il monopolio della stato su alcuni settori come telecomunicazioni, trasporti, poste ecc…

Il problema Britannico consiste nel fatto che l’UK faceva parte del Common Wealth, all’interno del quale vi era libero scambio. Così sulle merci provenienti dal Common Wealth si imposero dei dazi che venivano poi versati alla CEE, secondo le disposizioni comunitarie. Ma così i doganieri Britannici lavoravano praticamente per la CEE, la quale “restituiva” all’UK pochi fondi. Infatti i contributi CEE riguardavano quasi esclusivamente l’agricoltura, settore che in Gran Bretagna aveva un ruolo minimo e marginale, a favore della grande industria. Nel 1980 il problema venne risolto con un contributo speciale, strutturato oggi sulla base delle importazioni che la Gran Bretagna aveva nel 1984, che sono molto diverse da quelle attuali, in quanto, in questo senso, l’UK oggi dipende molto più dall’UE piuttosto che dal Common Wealth.

Per risolvere il problema del libero scambio, interrotto a causa della crisi petrolifera, si decide di eliminare, progressivamente, gli ostacoli di natura fisica, tecnica e fiscale alle quattro fondamentali libertà di circolazione.

giovedì 21 dicembre 2000

La Corte di Giustizia Europea

È il guardiano giurisdizionale dei trattati. Veglia sul rispetto delle norme dettate dai trattati.

È composta da 15 giudici, assistiti da 8 avvocati generali. Fino al trattato di Maastricht esisteva un solo grado di giudizio. Si è poi deciso di aggiungere un grado. Si è creato così il Tribunale di Prima Istanza, che giudica in primo grado.

Gli avvocati generali preparano l’analisi del caso per poi proporla ai giudici.

Il diritto dei trattati prevale sul diritto interno degli stati membri.

La Corte dei Conti Europea

Controlla sull’attività delle istituzioni incaricate di spendere i soldi previsti dal bilancio europeo. Non ha compiti giurisdizionali come la Corte dei Conti Italiana.

mercoledì 10 gennaio 2001

CES: Comitato Economico Sociale

Organo consultivo, composto da rappresentanti delle diverse categorie sociali ed economiche (lavoratori, imprenditori, proprietari, inquilini, ecc…).

Comitato delle Regioni

Organo consultivo. Costituito da rappresentanti delle società regionali. Viene convocato nei rapporti interni che riguardano le regioni.

Banca Europea degli Investimenti

Organo consultivo. Istituto bancario con attività indipendente dalle istituzioni e che non viene finanziato dall’UE. Ha i compito di contribuire allo sviluppo del mercato comune facendo affidamento al mercato dei capitali. Concede prestiti a determinati settori senza richiedere interessi. La BEI per ottenere i capitali da dare in prestito si comporta esattamente come una banca.

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