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Etnologia

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Etnologia aa 99/00

Docente: Faldini

Programma

DOCENTE: Prof. Luisa Faldini Pizzorno

DURATA DEL CORSO: semestrale – II semestre

  • 1° MODULO: I fondamenti della disciplina. II concetto dell’altro. La ricerca sul campo e il confronto con realta e culture diverse.
  • 2° MODULO: Identità ed etnicità: modelli ed elementi costitutivi di base nella teoria etnografica.
  • 3° MODULO: Il mantenimento dell’identità nelle migrazioni coatte o volontarie: i sincretismi religiosi.

Bibliografia

Relativa al 1° modulo:

  • C.R. EMBER – M. EMBER, Antropologia culturale, II Mulino, Prentice Hall International, 1996.
  • U. FABIETTI, Antropologia culturale. L’esperienza e l’interpretazione, Bari, Laterza, 1999.

Relativa al 2° modulo:

Un testo da scegliere tra i seguenti:

  • R.F. BENEDICT, Modelli di cultura, Milano, Feltrinelli, 1960.
  • A.L. EPSTEIN, L’identità etnica, Torino, Loescher, 1983.
  • V. MAHER (a cura di), Questioni di etnicità, Torino, Rosemberg & Sellier, 1994.
  • M. MEAD, L’adolescente in una società primitiva, Firenze, Giunti, 1954.
  • F. REMOTTI, Contro l’identità, Bari, Laterza, 1996.
  • C. TUELIO ALTAN, Ethos e civiltà. Identità etniche e valori democratici, Milano, Feltrinelli, 1995.

Relativa al 3° modulo: Due testi da scegliere tra i seguenti:

  • S.B. BARBA – L. MONFERDINI (a cura di), Candomblè: L’Africa in cammino, Quaderni di Afriche, Società delle Missioni Africane, Genova, 1998.
  • JANHEINZ JAHN, Muntu. La civiltà africana moderna, Torino, Einaudi, 1963.
  • L. FALDINI PIZZORNO, Religione e Magia. Culti di possessione in Brasile, Torino, Utet, 1997.
  • L. FALDINI PIZZORNO, Il Vodu, Milano, Xenia, 1999.

Annotazioni

Chi intende biennalizzare l’esame, dovrà concordare il programma con la docente.

Esercitazioni e seminari

Saranno comunicati all’inizio del corso. Tuttavia si annuncia già che, come ogni anno, la Dott. Margherita Gaudioso condurrà un’esercitazione sulle tecniche della ricerca bibliografica e di lettura dei testi oltre che sui sistemi di citazione, da considerarsi obbligatorio per i laureandi.

Etnologia: Modulo uno – Appunti

La religione può essere di tipo diverso e si basa sul sistema economico vigente nella società in cui si sviluppa.

  • Magia
  • Stregoneria
  • Movimenti religiosi
  • Il Re Divino
  • Gruppi consanguinei
  • Gruppi di discendenza
  • Famiglia
  • Armi
  • Pesca
  • Tecniche agricole
  • Allevamento

Magia

Il mondo della magia si rifà ad esseri soprannaturali che non possono essere raggiunti con i mezzi della religione ma attraverso azioni che si presume abbiano una reazione immediata, sono rituali che si compiono abitualmente (es.: specchio rotto, gatto nero…). Per rituali più complessi occorre rivolgersi ad uno specialista (Europa: mago; Africa: stregone; America del Sud: sciamano…).

Stregoneria

E’ simile alla magia ma ha uno scopo negativo per la società.

Strega, fattucchiere: personaggi che operano la stregoneria.

Magia e stregoneria sono termini che nella nostra cultura hanno una connotazione negativa, ma si usano per identificare alcuni sistemi di credenza.

Non si nasce con il potere magico ma occorre imparare ad usarlo.

La magia è un’attività di tipo positivo che è svolta a livello individuale o collettivo a fini sociali.

In campo magico si ritiene che vi siano una serie di forze che possano essere mosse da spiriti e creature; queste forze hanno una direzione precisa, sono orientate e orientabili dagli operatori. In campo magico esiste il principio della causalità (A+B=C). Gli operatori della magia conoscono la stregoneria in quanto devono combatterla. Spesso però chi fa magia fa anche stregoneria.

La stregoneria è vista come negativa, antisociale e a carattere individuale. Anche queste sono azioni dirette ed orientate. Quando la stregoneria è usata a vantaggio della società, non è considerata negativa, in questo caso sarà perpetrata da un operatore della società.

L’azione negativa è fatta da un individuo non identificabile che agisce nell’ombra. Questo tipo d’azione (es.: mandare malattie o morte) è fatta con la manipolazione d’oggetti (es.: capelli…).

Nelle società occidentali, la figura della strega è identificata in un periodo storico (Rinascimento). Le streghe erano per lo più femmine perché il presunto nemico sociale interno da combattere doveva essere un personaggio emarginato con una scarsa rilevanza. In quell’epoca la strega è quindi colei che contagia la società con ciò che le deriva dal contatto con il diavolo.

Nelle società tradizionali (primitive) il fattucchiere è sia uomo che donna, comunque sempre qualcuno localizzabile all’interno della famiglia, nel settore degli affini e non dei parenti consanguinei, in quanto colpire un consanguineo è molto grave piuttosto che colpire una persona che appartiene ad un’altra famiglia.

Quando succede qualcosa di grave (malattie), si pensa sempre ad un’azione di stregoneria eseguita da un fattucchiere. Quindi, dopo aver consultato un indovino, ci si rivolge ad uno sciamano che cerca di rimediare la stregoneria.

E. Evans Pritchard in seguito a ricerche in Africa, negli Azande, occupandosi di stregoneria, ha notato che esistono due tipi diversi d’operatori di stregoneria:

  • Stregone, fattucchiere (witch, sorcer): figure negative
  • Mago: figura positiva

La witch (usiamo termini inglesi in quanto più specifici di quelli italiani) nasce già con i poteri, ereditati e sconosciuti finché non li usa per la prima volta e se ne rende conto.

Il sorcer è conscio di ciò che fa. Chiunque può diventare fattucchiere imparando a farlo (agisce attraverso il rimescolamento d’oggetti che rompono l’equilibrio delle cose).

La magia e la stregoneria convivono con la religione. In certe religioni il sacerdote ricopre altri ruoli (mago, stregone) anche se non dovrebbe (per procurarsi “clienti”…).

Nelle religioni tradizionali il sacerdote è una figura familiare.

Dove vi sono regni, è imposta una religione di tipo statale (es.: gli Inca, in Perù, una volta preso il potere imposero agli altri popoli il loro culto, quello del sole).

Movimenti religiosi

Sono tutti d’età post – coloniale. In seguito alla soppressione bianca i movimenti di protesta sono tutti di tipo religioso.

In un primo momento si sviluppano fenomeni di rivolta, di resistenza nei confronti dell’oppressore, di solito repressi nel sangue.

In seguito si sviluppano movimenti d’aggiustamento: religioni che nascono quando ci si rende conto che i bianchi sono ormai sul territorio in modo definitivo e non se n’andranno facilmente. Queste religioni assimilano elementi di tipo cristiano (es.: Native American Church, peyotismo).

Tutti i movimenti, di prima e seconda battuta, hanno dei leader, dei profeti, che portano alla popolazione un messaggio di salvezza.

Alcuni esempi:

  • Cargo Cult (Melanesia): attesa d’antenati che riporteranno i beni saccheggiati dai bianchi;
  • Wade Harris (Liberia, Nigeria): culto di possessione, salvezza dalla stregoneria bianca:
  • Kinbanghismo, A. Matswa (Africa);
  • Ghost Dance (Nord America);
  • Peyotismo (Nord America).

L’unico movimento che si riteneva essere d’età pre – coloniale, era il Tupinambà (Brasile): cannibali, ogni tanto si spostavano alla ricerca della “Terra senza mali”. In realtà non si tratta di un movimento pre – coloniale ma è successivo alla colonizzazione europea, l’errore è derivato da falsi in documenti.

Tutti questi movimenti sono un pretesto per mantenere quelle che sono le tradizioni, l’attaccatura alle origini.

Il Re Divino

Chefferie (dominio): indica uno stato simile a quello del Re Divino dominato da un capo comunque divinizzato.

La cosa più normale è trovare un capo di una tribù o di un villaggio. Ma esistono anche società in cui vi è un potere diffuso, dove la società è organizzata in classi d’età (pastori dell’Est africano). Dopo la nascita si rimane in una classe per poi ad un certo momento passare ad un’altra una volta raggiunta una determinata età e così via. Chiunque progressivamente ricoprirà tutti i ruoli, passando da uno all’altro secondo l’età.

Le classi d’età possono essere anche cicliche, cioè non automatiche: si entra in una classe quando, ad esempio, il padre entra in un’altra (Eritrea).

Esistono società, chiamate segmentarie, dove il potere è conservato all’interno di strutture chiamate lignaggi, cioè gruppi di consanguinei che si riconoscono in un antenato comune. Sono chiamate segmentarie in quanto hanno una struttura di tipo piramidale. Quando la base della piramide diventa troppo ampia, si segmenta in altri lignaggi.

Società democratiche: quelle dei cacciatori e dei raccoglitori, dove non c’è un capo fisso, ma qualcuno assume delle decisioni di volta in volta secondo il consenso della tribù. Ha molta più importanza il mago.

Le donne non assumono mai ruoli di potere. Una delle pochissime eccezioni è quella dei Lovedu (Africa): il capo è una Regina, la quale però è considerata un maschio, indossa addirittura una barba finta e sposa delle donne, procrea con cugini all’interno della famiglia. Anche nei caraibi vi erano casi sporadici di donne capo.

La società può essere divisa in classi (guerrieri, sacerdoti, mercanti: con ruoli specifici, tipico dei regni) oppure in caste.

Le classi hanno la caratteristica della permeabilità: si può passare da una all’altra, sia in un senso che nell’altro.

Le caste sono simili alle classi ma sono impermeabili (Jati, India): Bramini (sacerdoti), guerrieri, mercanti, Paria (fuori casta). Si considera ogni casta come parte fondamentale di un unico corpo (la società).

Il problema delle caste indiane è che oltre che essere impermeabili mettono gli individui in una situazione d’evitazione gli uni dagli altri in quanto si pensa che il contatto dia polluzione (contaminazione). Questo perché lo scopo della vita di un indù è quello di raggiungere la purificazione identificandosi con la divinità.

In realtà le classi indiane possono essere “permeate”, con un tipo di matrimonio (ipergamia): una donna può sposare un uomo che appartiene alla sottoclasse immediatamente superiore.

Classi e caste appartengono a quelle classificazioni di tipo non consanguineo.

Così anche le società segrete, in cui si entra con un rito, e che hanno funzione di controllo nella società, ma possono avere anche funzione antisociale, come ad esempio gli Anyota (uomini leopardo, Africa) in cui si entrava uccidendo un membro della propria famiglia. Anche i Mau Mau (Africa) che fecero spedizioni punitive contro i bianchi.

Un altro raggruppamento di non consanguinei è quello visto prima delle classi d’età, ma troviamo anche i sodalizi militari (pellerossa). Nelle tribù pellirosse c’erano i contrari: facevano tutto al contrario (es.: cavalcare al contrario, dire freddo invece di caldo, essere scapoli invece che sposati…): erano considerati tra i più valorosi guerrieri.

Gruppi consanguinei

La parentela indica i rapporti che esistono tra le persone della stessa famiglia.

Può essere descrittiva (come la nostra): ogni persona che fa parte della famiglia ha un termine che la rappresenta. Si ha un termine per ognuno per identificare le persone e comportarsi diversamente secondo chi abbiamo di fronte.

Nella parentela classificatoria le sorelle di mia madre saranno chiamate da me madri, e così per il padre. Così l’individuo si comporterà diversamente secondo le classi di parentela con cui si confronta.

Con questi metodi si evidenziano i parenti da evitare ai fini del matrimonio.

In queste parentele i cugini paralleli sono i figli dei fratelli o sorelle dello stesso sesso del padre o della madre, invece i figli dei fratelli di sesso diverso di mio padre o mia madre sono cugini incrociati. Di solito in queste società si possono sposare i cugini incrociati, ma spesso anche quelli paralleli, per mantenere le proprietà all’interno della famiglia.

Gruppi di discendenza

Il lignaggio raggruppa diverse famiglie consanguinee ed ha un’ampiezza di qualche generazione. Fa capo ad un antenato realmente esistito il quale ha dato vita al lignaggio. Parecchi lignaggi messi insieme e riportati indietro nel tempo fino alla notte dei tempi costituiscono il clan, di origine mitica.

Parecchi clan messi insieme costituiscono una fratria o metà. Queste fratrie hanno una funzione amministrativa e di decisione in campo matrimoniale (es.: ci si sposa con un appartenente ad un’altra fratria).

Al di sotto di tutto c’è la famiglia (unità minima).

Famiglia

Unità di base della società. Il nucleo base è genitori + figli. Il matrimonio può essere:

  • Matrimonio per compenso: la donna viene comprata;
  • Matrimonio per doppio scambio: sono scambiate due donne tra due gruppi (order);
  • Sororato: alla morte della moglie il marito può sposare la cognata;
  • Levirato: quando l’uomo muore suo fratello può sposare la vedova;
  • Matrimonio per defunto: nel caso un uomo muoia senza avere figli la donna può giacere con un fratello di lui;
  • Matrimonio con dio: la donna giace con un sacerdote ed i figli saranno attribuiti a dio;
  • Matrimonio per servizi: il promesso sposo offre il suo lavoro alla famiglia della donna per un certo tempo.

Armi

Sono usate nella caccia, possono essere sostituite o complementate dalle insidie. La caccia può essere individuale se praticata per sopravvivenza, collettiva per cacce particolari (in questo caso vi partecipano tutti gli appartenenti al gruppo, anche donne e bambini).

Nelle società sedentarie la cacciagione è conservata con vari metodi. Nell’impero Incaico (Perù) si usava il metodo CHARQI: la carne era seccata e gelata fino a disidratarla (da qui deriva la liofilizzazione). Parallelamente con il metodo del CHUÑO erano trattate le patate. I pellerossa utilizzavano il metodo PEMMICAN: la carne veniva seccata, pestata, aggiunta di grasso e così conservata; era molto nutriente ed era utilizzata dai pionieri che partivano alla conquista del west.

Le armi da caccia più diffuse erano: lance, giavellotti, cerbottane, archi e frecce, coltelli, boomerang, arpioni (la caccia ai grossi cetacei non è considerata pesca ma, per l’appunto, caccia).

Animali ausiliari da caccia erano: cani, cavalli, elefanti; erano addestrati e considerati molto importanti.

Pesca

  • Individuale: giornaliera per mantenimento;
  • Collettiva: riguarda determinati pesci (es. piracucù, Amazzonia).

Nella pesca donne e bambini non intervengono.

Anche nella pesca si usano armi e insidie:

  • Archi e frecce (diversi da quelli usati nella caccia);
  • Avvelenamento delle acque ferme (Amazzonia);
  • Ami e lenze;
  • Nasse

Anche per la pesca si usano animali addestrati:

  • Lontra (spinge i pesci verso i pescatori);
  • Cormorani (Cina);
  • Remora (è un pesce che ha una ventosa che usa per farsi trascinare da altri pesci più grossi).

Conservazione del pesce: essiccatura e affumicatura.

Alcuni pesci sono pescati per caratteristiche particolari, ad esempio il pesce candela.

Società agricole

Tecniche agricole

L’agricoltura si riferisce alle coltivazioni complesse che forniscono specie stabili per la dieta. Può essere:

  • Intensiva, uso di fertilizzanti e irrigazioni;
  • Estensiva, rotazione delle colture.

Una particolare tecnica è quella del debbio (zone tropicali): si sceglie un terreno, si taglia la vegetazione e si brucia tutto. Dopo qualche giorno si zappa il campo e si piantano per primi i cereali (mais) perché il terreno è ancora ricco e queste piante crescono a difficoltà nelle zone tropicali; dopo si piantano i tuberi (importanti ai tropici in quanto sottoterra non marciscono a causa dell’alta umidità). Spesso i campi sono lontani dai villaggi in quanto questi sono di solito vicini ai fiumi che potrebbero inondare le coltivazioni. Il terreno però si esaurisce presto e occorre trovare un altro campo.

In Asia sono diffuse le coltivazioni intensive. Anche nell’Impero Incaico le coltivazioni erano intensive (si usava il grano).

Le piante coltivate, divise per complessi agricoli, sono:

  • Complesso malese: banana, igname e taro (tuberi);
  • Complesso sudanese (zona linguistico – culturale sudanese, Africa occidentale): sorgo, miglio, fanio (cereali);
  • Complesso americano: mais, fagiolo, zucca.

Per essere conservati i cereali sono messi in granai. I tuberi sono ridotti in farina e quindi confezionati in focacce. Cereali e tuberi sono importanti in quanto contengono carboidrati, indispensabili per l’uomo come le proteine ed i grassi.

Attrezzi agricoli sono le vanghe e le zappe (quasi uguali ovunque) e anche:

  • Takllya (Inca, Perù): una specie di vanga;
  • Lame da taglio (machete).

Per portare i frutti dei campi si usano ceste e reti.

Possono essere sia le donne che gli uomini a coltivare. Le donne hanno un ruolo importante nella raccolta e nel trattamento. Agli uomini toccano i lavori pesanti.

Allevamento

Presuppone sedi stabili: gli uomini nomadizzano con le bestie, le donne rimangono nei villaggi.

Animali allevati per nutrimento: ovini, suini, bovini.

Altri animali allevati:

  • Cane e cavallo (allevati per lavorare);
  • Cuccioli e uccelli (per compagnia);
  • Pappagalli (sfruttati per le belle piume);

Ci può essere tolleranza tra gli uomini e gli animali, come nel caso degli animali spazzini che ripuliscono i villaggi dai resti dell’uomo.

Nell’Africa orientale i Nuer vivono in simbiosi con i bovini, che non sono mangiati tranne che per riti e sacrifici particolari in cui è bevuto il sangue delle bestie. Se ne usa comunque il latte.

Etnologia: Modulo due – Appunti

La diversità culturale tra due popolazioni è dovuta all’isolamento ma non alla lontananza a causa della non ricettività di alcune culture.

Gli elementi culturali che oltrepassano i confini sono sempre selezionati, non si accettano passivamente in quanto devono essere funzionali alla vita che conduce il gruppo. Più difficile è l’inserimento d’elementi ideologici in quanto possono scardinare le basi della tradizione. Le culture di norma sono tradizionalistiche, rifiutano le innovazioni se non possono essere tenute sotto controllo.

L’identità dell’individuo non è un fatto personale ma è la collettività che spinge l’individuo a determinati comportamenti.

L’identità inoltre può essere variata da fattori come:

  • Matrimonio con persona d’altra tradizione;
  • Adozione;
  • Acquisto di persona (Jao, Cina);
  • Conversione religiosa.

Esistono livelli diversi d’identità, soprattutto nella nostra società complessa: un individuo si comporta in modo diverso a seconda della situazione in cui si trova.

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