Ci sono due metodi per inquadrare la geografia umana nelle materie scientifiche:
- metodo induttivo (deduzione)
- metodo deduttivo
Una disciplina si definisce scienza se utilizza almeno uno di questi due metodi. Ci sono scienze che fanno uso esclusivo del metodo induttivo (dette scienze sperimentai come la fisica, la chimica, la biologia).
Nel metodo induttivo si procede partendo dalla sperimentazione (ovvero osservazione). Questi esperimenti vengono ripetuti più volte e se questi manifestano sempre lo stesso comportamento fenomenico si ricava una legge generale (si procede alla generalizzazione). In questo caso dunque l’esperimento avviene a priori, cioè prima viene l’aspetto empirico, poi quello astratto.
Ci sono altre scienze che invece privilegiano il metodo deduttivo e soltanto quello come le Scienze Formali (es. scienze matematiche). Quindi nel metodo ipotetico – deduttivo il punto di partenza non è un’osservazione reale ma il metodo procede in astratto fin dall’inizio. Si effettuano ipotesi in astratto e tenuto conto di postulati a assiomi (ovvero realtà non dimostrate, ma accettate per vere) e fissate queste ipotesi si costruiscono sempre in astratto dei ragionamenti che hanno un rigore logico, cioè una successione di sillogismi, e attraverso questi si perviene alla formazione di leggi (sempre in astratto).
Anche nel metodo deduttivo ci può essere una verifica di validità (a posteriori) che può avvenire su basi empiriche, cioè reali.
Quindi:
- metodo induttivo: prima l’aspetto empirico e poi quello astratto
- metodo deduttivo: prima l’aspetto astratto e forse dopo quello empirico (a posteriori).
La geografia si colloca nelle scienze sociali. Le scienze sociali usano tutti e due i metodi e per questi si differenziano. Ovvero si dice che usano il metodo misto (anche se nei casi più frequenti si usa il metodo induttivo).
Con il metodo induttivo la geografia umana diventa una geografia umana di tipo ideografico (geografia umana ideografica) che si basa prima sull’osservazione che è il primo principio metodico (es. appunti di viaggio) e dopo si classifica ciò che si è visto. Dopo aver raccolto il materiale, questo viene poi selezionato e classificato in categorie (omogenee) o genere. Una volta classificato il materiale viene poi descritto (fase di descrizione) e dopo interpretato (fase di interpretazione). Quindi si cerca una relazione tra i vari scritti e successivamente si cerca di generalizzare.
La realtà geografica è caratterizzata da tantissimi particolarismi, ed è difficile perciò generalizzare (con il metodo induttivo è perciò raro che si giunga a leggi generali perché la spazio geografico ha tante varianti particolari, ovvero la realtà terrestre è molto varia).
Invece con il metodo deduttivo la geografia prende il nome di geografia umana nomotetica (cioè la geografia fatta a tavolino), ovvero prima costruisco qualcosa di teorico e poi viaggiando verifico se ho riscontro con la realtà.
Da ciò derivano alcune teorie:
- una teoria dei primi dell’800 di Von Thünen che teorizza un modello astratto di utilizzazione dello spazio agricolo
- una teoria dei primi del ‘900 di Weber Alfred (geografo economista tedesco) che è la teoria della localizzazione industriale (ovvero il comportamento delle industrie nel localizzarsi)
- una teoria del ‘900 (anni ’30) di Walter Christaller che propone una teoria per il settore terziario e il fenomeno urbano (decentramento urbano).
Teoria geografica: un’insieme organico di postulati, assiomi, ipotesi e ragionamenti logici successivi e consequenziali (concatenati) che permette di giungere alla formulazione di una o più leggi generali (momento finale propositivo) usando un linguaggio di tipo geometrico euclideo elementare.
Col filone nomotetica si impostano delle teorie dalla quali nascono modelli (il modello può o no scaturire da una teoria, ma proviene per forza da essa).
Modello geografico: una riproduzione, una simulazione di tutta una teoria o di una parte di essa (caso più frequente. Il modello può usare un linguaggio geometrico o no (non sempre usa lo stesso linguaggio della teoria):
- modello algebrico:
- equazioni (leggi, una ci vuole sempre)
- disequazioni (non è necessaria)
La geografia umana è una scienza che per certi aspetti è scienza positiva mentre per altri è scienza normativa (aspetti comuni anche ad altre scienze sociali)
Positiva (metodo positivo): quando il suo metodo è finalizzato allo studio di ciò che è (si assume questo aspetto dalla metà dell’800, dal positivismo).
Le scienze sociali sono giovani (es. sociologia, economia, antropologia, etnologia, storia, geografia) poiché si sono formate per scissione nella prima metà dell’800. Prima di questo periodo queste discipline erano una solo scienza: la statistica (che aveva per oggetto la descrizione degli stati) e poi si sono divise (scisse, c’è stata una scorporazione).
La geografia umana, al geografia economica, l’economia politica e la sociologia sono scienze legate, simili, poiché derivano dalla statistica e dopo la scissione ognuna ha un proprio metodo deduttivo e induttivo, hanno teorie diverse che si evolvono e si propongono obiettivi diversi e c’è uso di strumenti diversi (ovvero prendono corpo scientifico per effetto del positivismo usando una logica di tipo Cartesiana, nel senso che la scienza deve essere basata su metodi il più analitici possibile).
Nella metà dell’800 nei paesi più evoluti partono i censimenti per analizzare la struttura di un determinato fenomeno (es. la popolazione).
Studio di ciò che è: come si distribuisce l’uomo nello stato terrestre (abitudini che variano nei vari luoghi).
Scienze con aspetto normativo: nel senso che a volte studiano ciò che deve essere (ovvero lo studio delle regole, norme, comportamenti che si dovrebbero seguire per raggiungere determinati fini, obbiettivi).
Economia politica: studia ciò che è.
Politica economica: studia ciò che deve essere (= scienza normativa)
es. Politica dell’ambiente (geopolitica): scienza che privilegia il metodo normativo (ovvero ciò che deve essere.