Per tradizione familiare Thomas More (Tommaso Moro) è avviato allo studio del diritto e alla trattazione delle questioni politiche nazionali. Nel 1409 è accolto nel gruppo degli umanisti inglesi noto come “Circolo riformatore d’Oxford”, diventando anche molto amico d’Erasmo da Rotterdam, con cui condivide numerose idee sul cristianesimo e sulla rinascita della religione. NeI 1504 ha un primo contrasto con la corona e con il governo inglesi, ma l’ascesa al trono d’Enrico VIII nel marzo del 1509 favorisce lo sviluppo del gruppo degli intellettuali umanisti e riapre a More la carriera politica: è prima membro della Camera dei comuni, poi componente del consiglio privato della corona, infine gran cancelliere. Nel 1515, mentre si trova in missione per il suo re nei Paesi Bassi, butta giù la prima parte della sua opera più famosa: Utopia, che completa e pubblica nel 1516 con l’interessamento d’Erasmo. Di fronte agli sconvolgimenti provocati dalla riforma di Lutero, la posizione di More è assolutamente ferma: soli non vuole in alcun modo aderire. A partire dal 1530, però i rapporti fra la corona inglese e la Chiesa di Roma si fanno sempre più lesi e nel 1533, dopo il rifiuto oppostogli da papa Clemente VII (1478 – 1534), Enrico VIII fa sciogliere dall’arcivescovo di Canterbury il proprio matrimonio con Caterina d’Aragona. Le motivazioni politiche che sono dietro a questo atto portano ad una rottura sempre più netta con la Chiesa cattolica che culmina nell’Atto di supremazia (Act of Supremacy): di fronte al rifiuto di Thomas More di giurare fedeltà al nuovo ordinamento, il re lo fa prima imprigionare e poi giustiziare.
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